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26 marzo 2016 Troia-Foggia Fine del viaggio

Oggi il viaggio si conclude, rientro a Foggia in bus. Qui a Troia vorrei ringraziare il Comune e gli assessori Antonella Capozzo e Fausto Aquilino per la gentilezza nel concedermi ospitalità gratuita presso l’ostello di San Domenico.
Tutta la città è stata molto ospitale.
Spero inoltre di realizzare iniziative comuni tra le Brigate Verdi e il comune in futuro e insieme all’associazione “Idee in movimento”.

Uno speciale ringraziamento va al FAI (Fondo Ambiente Italiano), nella persona di Nico Palatella, capo delegazione del FAI di Foggia, per l’appoggio logistico durante il viaggio, nell’aiuto a trovarmi una sistemazione in alcuni dei posti dove mi sono fermato. E un ringraziamento va in generale per l’entusiasmo verso questo viaggio a piedi e per i contatti fornitimi, che mi hanno permesso di incontrare durante il viaggio persone molto attive e propositive.

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Con Giovanni Loiacono (al centro) dell'associazione "Idee in movimento"
Con Giovanni Loiacono (al centro) dell’associazione “Idee in movimento”

25 marzo 2016 Troia – Processione delle catene e procefisso del Cristo insanguinato

25 marzo 2016 Troia

Stamattina sono uscito per vedere la processione delle catene: gente incappucciata porta la croce in spalla, trascinando pesanti catene legate ai piedi. Sono andato poi a vedere una mostra fotografica sul cristo insanguinato, il crocefisso famoso di Troia,del 1703, che in serata sarà portato in processione. Ho anche visto le statue in cartapesta della processione dei misteri (quella che si farebbe normalmente il venerdì sera, ma oggi si fa sfilare il crocefisso.)Vicino alla villa comunale ho incontrato Giovanni, il responsabile dell’associazione “Idee in movimento” (che ha sede presso il convento di San Domenico (dove c’è anche l’ostello dove sono ospitato), conosciuto il primo giorno qui a Troia. Con lui anche l’amico Antonio. Abbiamo parlato di agricoltura, della fattoria Giuntoli, delle abitudini degli agricoltori di Troia, dell’importanza di fare iniziative che creino nuovi spunti per innovare in vari settori.
Il padre di Antonio ha un negozio dell’equo e solidale sul corso, mentre lo zio ha creato un orto urbano all’entrata del paese.
Pranzo all’osteria “Tra le due terre” dove ho mangiato pasta buona. La cosa divertente è che qua un sacco di persone hanno già sentito di me. Come? Facebook è la voce di mezzo paese. Sanno che viaggio a piedi, che chiedevo un passaggio per Deliceto… Fa ridere… Ma alla fine è tutto molto rilassante. Settemila persone si conosceranno già tutte…ma la vita scorre abbastanza felice. Ogni volta che conosco qualcuno, questo mi dice che mi ha già incrociato per il corso…
In serata c’è stata la processione in cui si porta il crocefisso a spasso, insieme alla Madonna Addolorata. La banda suonava, le varie confraternite sono uscite dalla Cattedrale e poi hanno portato il crocefisso, che esce solo per il giubileo. Si sono fatti un bel giro per il paese, portati a spalla dalle varie confraternite. Tutto il paese partecipa. Molto interessante. Il crocefisso è veramente particolare: fu scolpito da uno scultore padovano ma residente a Napoli, che si faceva chiamare “il napoletano” per essere rifinito e dipinto da Pietro Frasa, chierico e predicatore milanese. Con stucchi e colori creò l’effetto delle piaghe e delle ferite aperte, nonché del sangue grondante e raggrumato. https://www.facebook.com/Il-Crocifisso-di-Pietro-Frasa-nel…/

24 marzo 2016 Troia (FG) – Visita alla fattoria

24 marzo 2016  Troia

Oggi sono andato a vedere la fattoria Giuntoli ( http://www.fattoriagiuntoli.it/ ), per capire che tipo di    agricoltura fanno.
Seminano a sodo, cioè senza arare. Perché? Perché l’aratura libera la CO2, anidride carbonica, contenuta nel suolo. Inoltre, con frequenti arature, la terra tende a perdere le sostanze nutritive al suo interno, per l’esposizione ai fattori metereologici (sole, vento, acqua). Quando piove, i suoli arati tendono a essere dilavati: tutta la sostanza organica se ne va con l’acqua e resta una terra impoverita. Ovviamente, non arando ciò non avviene. Questa tecnica della non-aratura fu proposta dal microbiologo giapponese Masanobu Fukuoka (raccontata nel libro “La rivoluzione del filo di paglia”   ( https://it.wikipedia.org/wiki/Masanobu_Fukuoka ), al quale si è ispirata in seguito la spagnola Emilia Hazelip ( https://it.wikipedia.org/wiki/Emilia_Hazelip ) ideatrice della agricoltura sinergica, una via di mezzo tra la permacoltura e le idee di Fukuoka.
Anna e Santino mi accolgono e iniziamo a chiacchierare. Santino mi spiega: “Hai presente la rotella che si usa per fare i ravioli?Ecco, quella la usiamo per fare il solco di due centimetri nel suolo e poi il seme viene depositato nel solco.” [Vedrò in seguito nel deposito il trattore su cui sono montate queste “rotellone” e i serbatoi con i semi che vengono lasciati cadere nel solco].
Poi mi dice: “Visto che sei ambientalista, ti dico che ovviamente usiamo il glifosato come diserbante.” Al momento sono sorpreso, probabilmente perché collegavo questa tecnica di non-aratura (in inglese definita No-till cioè no tillage, senza aratura) ad un approccio molto naturale. Inizio ad ascoltare attentamente. Anna e Santino sono entrambi agronomi, sono persone preparate e mi interessa sapere il loro approccio all’agricoltura.  Mi dice Santino che il glifosato (o gliphosate), ovvero il principio attivo del Round Up della Monsanto, è fotolabile in 24 ore, cioè in 24 ore di esposizione al sole scompare. Mi dice che questo è il metodo che tutti usano e che prima, quando non si usava il diserbante, si estirpava tutto a mano, “la pungente”, come la si chiamava prima questa tecnica. Santino aggiunge: “Diciamo che con 100 euro diserbo 1 ettaro. Con 100 euro, a mala pena pago le giornate di due operai, che comunque non riuscirebbero a mano a eliminare tutte le piante infestanti in un ettaro.” Conveniamo che l’agricoltura naturale è possibile, ma su piccoli appezzamenti.  Domando se non restino tracce del glifosato sul terreno o sulle piante, o quantomeno se vi è pericolosità. Mi viene risposto che non è provato. D’altronde gli studi al riguardo sono diversi.  Secondo una ricerca del marzo 2015, commissionata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità allo IARC (International Agency for Research on Cancer) si parla di una probabile cancerogenità, dello stesso livello delle patatine fritte e del mate, o quantomeno i casi rilevati sull’uomo vengono definiti limitati ( http://www.wired.it/scienza/medicina/2015/03/24/diserbante-glifosato-potrebbe-causare-cancro/ );  secondo uno studio del novembre 2015 commissionato dall’EFSA, Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, al BFR tedesco (Istituto federale per la valutazione del rischio) si parla di una improbabile cancerogenità.
Va anche detto che il glifosato è salito agli onori della cronaca essendo stato associato all’uso di piante geneticamente modificate, inducendovi la resistenza a questo diserbante.
A proposito degli OGM, interessante ciò che i Santino e Anna riferiscono di una considerazione del figlio, anche’egli agronomo: “Se noi restiamo No-ogm, forse tra 20 anni avremo un vantaggio commerciale, se la maggior parte dei Paesi avranno invece ogm. Se per esempio il grano geneticamente modificato si fondesse con alcune varietà di grano selvatico, rischieremmo di avere un grano erbicida-resistente.”

Insomma, l’uso del glifosato è molto comune per l’agricoltura su vasta scala. Tutta una questione dei costi di gestione. Per avere più agricoltura naturale dovrebbero esistere migliaia e migliaia di contadini in più per coltivare piccoli appezzamenti, ma inoltre i prezzi in agricoltura dovrebbero essere più alti.  Il libero scambio immette delle merci che fanno una concorrenza spietata ai prodotti italiani. L’Unione Europea mantiene in vita l’agricoltura del vecchio mondo a suon di sovvenzioni erogate regolarmente dalla Commissione Europea. Chiedo a Santino se non potrebbero servire misure protezionistiche per tutelare i prodotti italiani. Mi risponde: “Posso accettare tranquillamente che ci sia il libero scambio, ma se un prodotto è italiano, sull’etichetta si scrive Prodotto in Italia, ma se è tunisino o turco poi non si può scrivere lo stesso. E poi se uno lavora bene, rispetta tutti gli standard di sicurezza, di igiene viene penalizzato se sul mercato si fanno entrare prodotti che non hanno gli stessi requisiti.”
Parlando poi di raccolta di pomodori scopro l’esistenza del MATURANTE: una sostanza che si spruzza sui pomodori quando questi sono rossi e verdi. Nel giro di poco tempo matureranno tutti insieme e quindi la raccolta non si farà in più riprese, cogliendo volta per volta i pomodori maturi, ma si estirperà l’intera pianta scrollandola nei cassoni per farvi cadere i pomodori.

L’azienda produce anche carne, ha vitelli da macellazione e pecore che vengono allevate e vendute.
Parliamo delle tecniche di abbattimento dei capi. Mi viene detto da Anna che se l’animale si rende conto che sta per morire, l’adrenalina gli invade il corpo e la carne diventerebbe immangiabile, piena di tossine. Quindi, sia nell’interesse del proprietario dell’azienda, sia nell’interesse di chi vuole acquistare carne, è importante che vi siano delle procedure precise da seguire. Aggiunge Santino che l’animale viene fatto vivere in pace, tranquillo, all’aperto o in stalla se c’è brutto tempo; viene abituato a fare dei giri, delle passeggiate, a entrare in diversi ambienti. Dunque, il giorno dell’ultima passeggiata, non vi troverà nulla di anomalo o preoccupante. Una volta nel punto prestabilito, riceverà un colpo di pistola nel cervelletto, che gli farà perdere i sensi, come se avesse avuto un trauma cranico. A quel punto, lo si può scannare e far defluire il sangue. Nel caso degli ovini, si può usare una scarica elettrica di una frazione di secondo che produce la stessa perdita di sensi. Questa è la condizione richiesta dagli standard dell’Unione Europea, ovvero che l’animale non deve essere cosciente al momento della macellazione. Riporto quanto dettomi da chi questo lavoro lo fa secondo tutte le regole fissate.

Concludo il giro nella fattoria visitando le stalle, il deposito con i trattori, che funzionano con GPS satellitare. Si può quindi impostare il percorso e lavorare anche di notte, senza vedere nulla attorno a sé. E se si lavora di giorno, capita di dover seminare su campi dove le piante sono cresciute di due metri e più, quindi ci si orienta con i tracciati fatti al computer e il trattore può essere impostato per fare un determinato percorso. Aggiunge Santino: “Su questi trattori non ci puoi salire se non sai almeno usare un computer…Prima in campagna ci andava l’ultima ruota del carro, ora devi essere sempre più specializzato.”

Ritornando a piedi a Troia, sono passato da Skantinato 58, una bel caffè letterario: si mangia e bene, si può leggere e si possono comprare libri di interessantissime piccole case editrici locali, si possono organizzare eventi culturali e musicali.

Cena e passeggiata, ma c’era un bel vento. Ho pure incontrato gli incappucciati in processione! Domani si prevede bel tempo!

23 marzo 2016 Troia – Deliceto -Troia

23 marzo 2016 Troia – Deliceto -Troia

Il fatto di essermi fermato un giorno in più a Lucera mi ha sfasato la tabella di marcia. Stamattina sarei dovuto esser già a Bovino già per partire per Deliceto, dove avevo un appuntamento con una scuola media per incontrare delle classi e parlare del viaggio, della tutela ambientale. Ho innanzitutto imparato che gli appuntamenti non vanno fissati la mattina (se uno vuole riposarsi, deve poterlo fare) e nemmeno subito a ridosso dell’arrivo, perché per vari motivi potresti tardare: se vai più lento durante il percorso, o fai soste non previste per visitare qualcosa, o ti metti a parlare con qualcuno o perché la strada che pensavi di fare non è percorribile.
In sostanza, per andare a Deliceto, sono dovuto andare in bus. Sono arrivato in paese, ho visitato un attimo il castello. Là ho incontrato Loredana, una ragazza del servizio civile presso la Pro Loco, che portava dei turisti in visita. Mi ha poi raccontato delle iniziative, del corso che fanno anche con altre Pro Loco della zona. Sono andato alla scuola, dove ho incontrato per circa 45 minuti due prime medie, circa 40 bambini, con cui si è parlato del viaggio, dell’agricoltura e dei campi di grano con diserbanti (di cui molti bambini erano al corrente), dell’importanza di viaggiare lentamente per conoscere i posti, della convenienza di comprare prodotti locali e non importati. Certamente con bambini più grandi ci sarebbero stati discorsi magari più complessi, ma l’impressione è stata molto positiva e ne sono stato contento. Il preside Gaetano De Masi era presente, è stato con lui che abbiamo deciso di fare questo incontro, su cui poi le insegnanti, così mi han detto, faranno fare una relazione scritta. Sarò stato un nuovo stimolo per questi piccoli studenti.
Ne pomeriggio sono tornato a Troia, ma non ho fatto niente visto che qualche cosa mi ha provocato ma di pancia, tanto che oggi non ho toccato cibo. Sono stato in ostello a riposo.

Piazzale interno del castello
Piazzale interno del castello
Scorcio di Deliceto dal castello
Scorcio di Deliceto dal castello

22 marzo 2016 Troia

22 marzo 2016    Troia

Oggi ho visitato la città e camminando ho incontrato Giuseppe Tortorella, che ha deciso di farmi da guida per quasi due ore. Ho scoperto tantissime cose interessanti sulla storia della città, dei monumenti, dei personaggi. La cattedrale ha simboli cristiani, ebraici e islamici. I palazzi nobiliari sono innumerevoli, con gli ampli atrii dove venivano parcheggiate le carrozze. La città è curata ma il turismo non è ancora molto sviluppato. La città ha belle chiese: la cattedrale, poi San Basilio Magno e altre di cui non ricordo il nome. Nel pomeriggio sono andato in comune e ho parlato con l’assessore all’ambiente Antonella Capozzo che mi ha chiesto se volessi un alloggio gratuito: siccome dovevo risolvere la questione del “coprifuoco”, cioè i Comboniani che chiudevano alle 21.00, ho detto di sì e così la sera mi sono spostato nell’ostello di cui parlavo ieri (ho capito che è cogestito da Michele del Giudice e dal Comune). In serata, sono andato in un pub consigliatomi. Là ho conosciuto varie persone e mi hanno parlato di una azienda agricola che semina “a sodo”, cioè senza arare (sul terreno sodo). Sembra la storia di Masanobu Fukuoka. La voglio andare a vedere!

21 marzo 2016 Lucera -Troia

21 marzo 2016 Lucera -Troia

La mattina Giuseppe mi ha portato a vedere la biblioteca di Lucera, veramente bella e con le sale affrescate. Colazione e poi sono partito. Faceva caldo oggi e questo ha reso più fastidioso il viaggio. Inoltre il paesaggio non è stato niente di che. Sono arrivato a Troia, che è molto bella. Ho trovato alloggio dopo vari giri. I missionari comboniani mi avevano promesso che mi avrebbero ospitato. Quando mi sono presentato là non hanno capito che ero io e mi hanno mandato nel palazzo di fronte, l’ex convento di San Domenico, trasformato in un centro polivalente con laboratori, sala studio, corsi di musica e di lingua, gestito da una associazione di ragazzi. Nella struttura vi è anche un ostello. Questo ostello l’ha creato Michele del Giudice, un camminatore che si è fatto da Mont Saint-Michel in Francia fino a Monte Sant’Angelo e poi da Monte Sant’Angelo fino a Gerusalemme. Non è insomma che parliamo del camminatore della domenica! Lui è arrivato una mezz’ora dopo (vive a Foggia) e quando ha sentito che in realtà sarei dovuto restare dai Comboniani, ha concluso che forse loro non si erano capiti bene. Così sono tornato dai missionari e infatti mi han detto che la mia camera era già pronta. Ho salutato Michele del Giudice e mi sono spostato. I Comboniani mi hanno invitato a cena e poi mi han detto che alle 22 avrebbero chiuso il portone. Così mi sono fatto un giro dalle 20 alle 22 per la città e ho conosciuto dei ragazzi che mi han raccontato un po’ di aneddoti e storia della città. Ho anche assaggiato la passionata, un dolce ottimo di una pasticceria locale sul corso principale, vincitore di vari premi di concorsi di pasticceria.

 

19 e 20 marzo 2016 Lucera

19 e 20 marzo 2016   Lucera

Lucera è una città sorprendente, bella, piena di sorprese architettoniche, con panorami bellissimi, con un potenziale enorme. Palazzi antichi con belle facciate piene di rifiniture, cortili interni pittoreschi, quasi dei microcosmi domestici. Lucera offre veramente tanto: un bellissimo castello angioino, sorto sulla collina dove si ergeva il palazzo di Federico II di Svevia, costruito dal 1233; una bella villa con molti alberi, sulla collina del Belvedere; tante strade e piazzette lastricate con marmi color avorio e con basalto, oppure con pietre bianche di fiume. La vita la sera è movimentata, anche se i locali mi hanno garantito che d’estate lo è molto di più. Ho mangiato pizze molto buone: cito Gastronauti e Royal Pizza. Le persone sono affabili e gentili. C’è da chiedersi perché i Lucerini non credano nelle risorse di cui dispongono, perché questa città sia così assopita. Il turismo è pressoché assente, la ricettività turistica quasi nascosta…
Lucera vanta anche un anfiteatro romano, una antica cattedrale, sotterranei ancora non accessibili e una biblioteca antica piena di affreschi.
Con Giuseppe Toziano (creatore dell’associazione “This is art”) ho girato in lungo e in largo la città, conoscendo moltissime persone.
Il 20 ho pranzato con tutta la sua famiglia e parenti e con due suoi cugini sono andato a vedere degli uliveti. Il cugino di Giuseppe, Valentino, mi ha raccontato molte cose sulla potatura: normalmente un potatore viene pagato 5 Euro ad albero e ci impiega circa 15-20 minuti. In inverno si pota di meno, così le fronde proteggono il tronco dai venti freddi. Il ramo potato con una forma di U con angoli retti serve a potervi poggiare la scala che servirà per effettuare la raccolta manuale delle olive. Le si raccolgono a mano se sono olive da tavola, perché non devono essere graffiate. In seguito ci sarà un ulteriore controllo per eliminare le olive danneggiate.. Sotto gli olivi a inizio aprile si fa una prima aratura e verso agosto-settembre una fresatura, periodo in cui si levano anche i polloni alla base del tronco. Si fanno questi lavori alla terra per farla più permeabile all’acqua (mi spiegava che l’oliva da tavola ha bisogno di molta acqua) che raggiungerà le radici dell’albero (e non invece delle erbe spontanee). Interessante scoprire che non tutti adottano la tecnica del sovescio.

18 marzo 2016 Motta Montecorvino – Lucera

18 marzo 2016 Motta Montecorvino – Lucera

Stamattina un saluto da Don Sergio e alle 12.20 sono partito per Lucera. I sentieri da un certo punto sono diventati dei ruscelli, al punto che ho dovuto iniziare a camminare al lato, nei campi. E ad un certo punto il sentiero che percorrevo era tagliato perpendicolarmente dal ruscello Salsola in piena. Ho provato a trovare un guado, un punto dove attraversarlo, ma nulla. Ho provato a verificare la profondità, che era fino al ginocchio (mettendomi in ciabatte e arrotolandomi i pantaloni), quindi ho deciso che non era il caso di procedere. Sono tornato indietro per alcuni chilometri e sono arrivato a Lucera percorrendo la strada statale. Lì mi sono incontrato con Giuseppe Toziano, mente eclettica di Lucera, contattato da Nico Palatella. Mi ha fatto da Cicerone la sera, guidandomi alla scoperta del centro storico della città. Sistemazione nel B&B “Il muro torto” a Porta Troia, all’inizio del centro storico.

17 marzo 2016 Pietra Montecorvino – Motta Montecorvino

17 marzo 2016 Pietra Montecorvino – Motta Montecorvino

Stamane pioggia. Sono uscito per fare un saluto al bar, poi di nuovo un giretto al borgo di Pietra per vederlo di giorno. Bello veramente! Qualche cartolina comprata e il dubbio se partire o meno a piedi per Motta Montecorvino. La pioggia scendeva proprio bene giù!  Alla fine mi decido, preparo il bagaglio e vado a salutare Maria Giulia, Morena e Vittorio, che mi hanno accolto così bene. Spiego che sul meteo ho visto che per 2-3 ore non dovrebbe piovere. Foto, saluti, esco e nemmeno dopo 10 metri inizia a piovere!  Ma è durato 5 minuti.  Farò la strada breve, forse un poco in salita.  Avevo appena iniziato e la pioggia ha cominciato a scendere. Ad un certo punto ho indossato i miei pantaloni alla turca fatti con una busta di spazzatura enorme, che mi sono fatto dare al bar.  Cammino cammino, tutta salita. Non si capiva se fossi bagnato per la fatica o per la pioggia! Poi per fortuna ha iniziato a fare più freddo e quindi almeno non ci sono stati problemi con il caldo. Nebbia ovunque, non si vedeva quasi nulla. Rivoli d’acqua che correvano ai lati della stradina, ruscelli improvvisati dappertutto, Ad un certo punto tutta la strada era attraversata da un ruscello…. ho dovuto prendere una pietra e farmi un guado. In alcuni casi sono dovuto uscire fuori dalla strada perché c’erano pozzanghere enormi. Alla fine si è alzato il vento e mentre passavo nella nebbia si sentivano le pale eoliche in azione, raramente le si poteva scorgere. Arrivato a fine sentiero sterrato, la strada asfaltata. Ho fatto una visita al cimitero, visto che mi ci sono trovato a passarci davanti. Un saluto a ‘sti poveri morti e un giro di sguardi alle ex facce del paese. Cognomi frequenti: Pepe, Conte, Massenzio, Iuliano…comunque la visita al cimitero è malinconicamente interessante. Arrivato al paese ho visto la meravigliosa quercia di San Luca (una roverella, Quercus pubescens), bellissima e non potata barbaramente. Allora la domanda è: deve essere per forza ultracentenario un albero per non essere massacrato dai potatori incompetenti pagati dal Comune??
Sono salito in cima alla collina del paese, dove si trova la torre e il vento e la nebbia avvolgevano buona parte del paese. Sono sceso al Comune dove mi aspettava il capo dei Vigili Urbani: gentilissimo mi ha offerto dei biscotti e un caffè. Credo dovessi fare abbastanza ridere per come ero conciato: facevo ridere quasi anche a me…ma mi sono divertito moltissimo durante questo cammino. Certo che verso l’ultima ora di strada i miei scarponi erano però ormai pieni d’acqua. Affinerò le tecniche idrofughe! Mi ha poi portato dove dormirò, una sala della scuola dove sono stati allestiti dei letti. Ho messo ad asciugare le cose bagnate ed alcune che mi si sono bagnate nello zaino (coperto, ma col vento…). Ho fatto conoscenza con le persone di un’associazione che stavano nel locale affianco. Facevano i preparativi per lo spettacolo della Passione di Cristo. Due di loro mi hanno portato da Don Sergio, parroco di Motta, originario di Pietra Montecorvino.   Montecorvino era un vecchio paese, abbandonato, da cui si sono formati Pietra, Motta e Volturino. La torre di Montecorvino è tuttora esistente ed è un importante vestigio storico. A maggio si svolge un importante pellegrinaggio da Pietra Montecorvino.
Don Sergio mi ha preparato la cena e siamo rimasti circa tre ore a chiacchierare di molti argomenti interessanti. Qui continua a piovere pesantemente!

 

16 marzo 2016 Castelnuovo della Daunia – Pietra Montecorvino

16 marzo 2016 Castelnuovo della Daunia – Pietra Montecorvino

Siamo partiti per una tappa breve. Io sono passato ad un certo punto per una zona dove c’erano le pale eoliche, chiusa per lavori. Non c’era nessuno, ma ho trovato una melma grigia che si incollava agli scarponi! Due cani ci hanno seguito fino a Pietra Montecorvino. Arrivati lì abbiamo visitato una chiesetta e la cattedrale, facendo il giro vicino alla torre. Pausa panino e poi a prendere un caffè. A questo punto Marco e Marina hanno ripreso la via del ritorno a piedi verso Castelnuovo.
Io ho iniziato a parlare con i gestori del Bar Dylan: Vittorio, Morena e Maria Giulia. E loro partiranno a inizio aprile per la Germania, emigreranno per una nuovo avventura di vita! Tutta la famiglia insieme: questa sì che è un gran passo! Sono stato alcune ore lì, poi è arrivato Tonio, che mi ospiterà al suo B&B La braceria. Siamo andati lì, ho lasciato le cose, Tonio mi ha detto che potevo andare al suo ristorante sotto il B&B per la cena. Ho sistemato un po’ di cose e poi sono riuscito per tornare al Bar Dylan a chiacchierare di nuovo. Ad un certo punto squilla il telefono del bar, rispondono e mi dicono: “Stefano, ha detto Tonio che tra 10-15 minuti la pasta è pronta!”. Tutto veramente familiare qui! Dopo un po’, altro messaggio di Tonio a Vittorio. “ 5 minuti e la pasta è pronta”. A quel punto sono andato a cena e mi sono fatto due chiacchiere con Tonio. Sono tornato al bar, dove tutti giocano a carte e bevono Peroni. Prima di andare a casa, verso mezzanotte, giro nel borgo di Pietra, veramente bello! Prima di rientrare ho trovato una processione di lumache vicino ad un giardinetto! Si erano date appuntamento lì!