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3 ottobre 2016 – A Roma la figlia di Berta Càceres (ambientalista honduregna uccisa nel 2016)

http://www.repubblica.it/esteri/2016/03/03/news/honduras_assassinata_la_militante_ecologista_berta_caceres-134696570/

 

Berta Càceres è stata un’attivista ambientalista dell’Honduras, assassinata il 3 marzo 2016.

La Fondazione Basso ha organizzato un incontro al quale ha partecipato la figlia Bertha Isabel Zuniga Cáceres. ( http://www.fondazionebasso.it/2015/3-ottobre-ore-17-30-continuando-la-lotta-di-mia-madre-incontro-con-bertha-isabel-zuniga-caceres/ ). Abbiamo partecipato a questo interessante incontro.

 

Leader del popolo indigeno Lenca, Berta Càceres aveva guidato la comunità di Rio Blanco nella lotta contro la realizzazione del complesso idroelettrico Agua Zarca, previsto sul Rio Gualcarque, nell’Honduras Nord-occidentale. Un fiume sacro nella cosmogonia Lenca che costituisce una fondamentale risorsa idrica per circa 600 famiglie che vivono nella foresta pluviale. L’impianto gestito da un consorzio riunente la compagnia honduregna DESA e la cinese Sinohydro (il più gran costruttore di dighe al mondo), era stato approvato senza il consenso della comunità, contravvenendo alla Convenzione sul diritto all’autodeterminazione dei popoli indigeni.

Berta Càceres era stata insignita di diversi premi, tra cui il Goldman Environmental Prize 2015, per la campagna di salvaguardia ambientale con cui è riuscita a evitare la costruzione della suddetta diga sul Rio Gualcarque.

La militante ecologista subiva costantemente minacce e intimidazioni e in Honduras, riferisce la organizzazione non governativa Global Witness, tra il 2010 e 2014 ci sono stati 101 ambientalisti uccisi.

 

A partire dal 2009, anno del colpo di stato in Honduras, 51 concessioni per sfruttamento di energia idroelettrica sono state concesse. Questi progetti portano con sé anche progetti di estrazione mineraria, comportando la militarizzazione delle zone in cui vivono le popolazioni locali. Si vogliono costruire delle dighe e vengono utilizzati paramilitari per controllare lo svolgimento delle operazioni. Tra i finanziatori di questi progetti ci sono anche Fondi olandesi e finlandesi (per questo ha partecipato all’incontro anche la Consigliera del Presidente del parlamento Sami in Finlandia, Anka-Saara Arttijeff, manifestando solidarietà verso i popoli che reclamano i propri diritti all’esistenza e al mantenimento delle proprie tradizioni culturali).

Il Copinh (Consejo Cívico de Organizaciones Populares e Indígenas de Honduras), a seguito dell’assassinio di Berta Càceres, ha chiesto l’istituzione di una commissione indipendente d’inchiesta che appuri la verità. La proposta è stata accettata dalla Commissione Interamericana dei diritti umani, ma il governo dell’Honduras ha fatto orecchie da mercante. Il Copinh ha chiesto la revoca della concessione.

Gli Stati Uniti danno aiuti militari all’Honduras ed è interessante che alcune organizzazioni sociali statunitensi abbiamo portato al Congresso una proposta di legge “Berta Càceres” richiedente l’interruzione di qualsiasi fornitura senza che sia stata prima fatta giustizia per Berta Càceres.

Amnesty International, nel suo rapporto “ Difendiamo la terra con il ostro sangue” ( http://altreconomia.it/guatemala-honduras-difende-lambiente-rischia-la-vita/ ) afferma che è molto dura la vita per i difensori dei diritti umani: nel solo 2015, sono stati 185 gli attivisti assassinati, di cui 122 in America Latina.

Ma per ostacolare i difensori dei diritti umani, ben prima di decidere di eliminarli fisicamente, vi sono altre maniere: essi vengono criminalizzati con false accuse, come quelle di essere guerriglieri, terroristi, amici dei narcotrafficanti. Ovviamente questi attivisti non hanno le possibilità economiche per difendersi nei processi che ne seguono. Inoltre, semplicemente intimidazioni e furti ostacolano le azioni dei difensori.

 

Recentemente un episodio in Russia, contro attivisti antincendio di Greenpeace ( http://www.agccommunication.eu/inostriservizi-it/informazione-e-formazione/osservatorio-est/russia-e-asia-centrale/15515-russia-krasnodar-incendi-greenpeace ).

 

L’Unione Europea e altri Stati europei hanno delle linee guida sui difensori dei diritti umani. Irlanda, Spagna, Svizzera, Norvegia, Finlandia, Rep. Ceca, Paesi Bassi hanno dei programmi per aiutare gli attivisti, sebbene queste iniziative rappresentino solo la bella facciata dei prevalenti interessi economici di ogni Stato.

 

Esistono organizzazioni internazionali che si occupano della difesa degli attivisti:

Frontline Defenders (Irlanda) https://www.frontlinedefenders.org/

International Peace Brigades http://www.peacebrigades.org/

 

161003 Berta Caceres